Oggi in torteria abbiamo avuto un bellissimo evento: un corso di cucina tenuto da una mia carissima amica e grande fodblogger: Elisabetta Cuomo Elisabetta ha preparato e ci ha insegnato il babà napoletano. Lei vive in un posto splendido, Vico Equense, gioiellino attaccato a Sorrento; è una donna dai mille talenti, bella e generosa, con un’affettività molto accogliente, sa molto di sé ma non lo espone in vetrina, le sue tante qualità sono conservate in una madia, insieme alle farine, all’agar agar, ai cioccolati più preziosi, ai cannelli per le cartucce, ai quaderni su cui appunta tutte le sue sperimentazioni
Tra i discenti del corso c’è un uomo attraente, leggermente morbido sui fianchi, i capelli folti e brizzolati, che pare ammagato dal fare di Elisabetta, la segue passo, le fa mille scatti mentre lei impasta sapientemente il babà, crea il velo, spiega alla classe il significato di incordare, le differenze tra le farine, tra i burri, i lieviti etc. Fulvio, questo il nome dell’uomo, le fa mille domande che tradiscono una conoscenza approfondita della materia, catturando così l’attenzione di Elisabetta, attratta dal binomio bellezza e sapienza.
Tra una domanda e l’altra viene fuori che Fulvio è un giornalista enogastronomico, particolarmente interessato all’arte di Elisabetta e le propone di scrivere a quattro mani un libro di tutte le sue ricette. Lei tentenna, ma io pretendo che accetti, i talenti vanno messi a frutto. Naturalmente la prima copia sarà mia, con tanto di autografo.
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