Eravamo giovani all’infinito
Anni di gioventù imperitura
Poi siamo diventati vecchi,
In maniera irreparabile
E non abbiamo potuto fare nulla più
Di quel che sognavamo
Quando eravamo immortali
Amelia De Simone – ottobre 2015
e altri afflati poetici
Eravamo giovani all’infinito
Anni di gioventù imperitura
Poi siamo diventati vecchi,
In maniera irreparabile
E non abbiamo potuto fare nulla più
Di quel che sognavamo
Quando eravamo immortali
Amelia De Simone – ottobre 2015
Perché non sei tu la pianta a cui mi aggrappo,
Ma la terra che la nutre,
Sei il padre la madre,
Sei essenza
Amelia De Simone – ottobre 2015
Non le parole, no,
M’hanno resa molle a te,
Ma quell’abbraccio
Dove hai stretto ossa, anime e promesse
Amelia De Simone – ottobre 2015
Una felicità che sa di terra nuda,
Di confessioni accolte,
Di braccia confuse nelle braccia,
Di bocche che si cercano morbose,
E corpi che ritrovano il porto antico,
Una felicità senza paure,
Di certezze e sobrietà,
Di infinite parole e fitte acute,
Una felicità che lascia increduli,
Una felicità molesta,
Intrepida, inattesa
Amelia De Simone – ottobre 2015
Pure la tristezza odora di te,
Del tuo collo,
E ha gli occhi tuoi che non vedo da troppo tempo ,
La bocca che sa ubriacare,
Odora del tuo vuoto,
Del tuo ridere forte,
Una tristezza senza innocenza,
Colpevole, che s’annusa
Amelia De Simone – ottobre 2015
Rovisto nei sentieri più impervi,
negli angoli nascosti agli occhi senza elettricità,
e tu pure rovisti, attraversi i cunicoli più angusti,
tocchi le ombre,
i muri alti, di pietra antica, senza sole,
Mi cerchi e ti affanni, provo a eclissarmi a te,
Cerchi di prendermi per mano,
Mi credi alchimista,
formule magiche e misteriosi elementi,
mescolo un po’ di sangue e un po’ di budella,
la vita di dentro, e te ne spalmo addosso
Amelia De Simone – ottobre 2015
Non tremi, non arretri,
La bambina con le ossa rotte
Ti guarda, ti sfida,
Prova a scappare,
Tu allarghi braccia infinite,
La bocca severa e gli occhi buoni
Le prendi la mano,
Lei striscia i piedi a terra,
Lascia solchi, piange,
S’arrabbia,
Ha le ossa rotte,
Vuol tenere le ossa rotte,
E tu vuoi aggiustarle,
Tu, con i tuoi riti, le tue sicurezze,
La follia dei sognatori,
La forza di chi vede oltre,
Di chi non s’arrende,
Sciamano di anime fratte
Amelia De Simone – ottobre 2015
Tutti parlano di felicità,
Poi si muore, si muore davvero,
E allora é tutto un arrangiarsi,
Per non morire, morire come loro,
Si ride per non scoppiare il cuore,
La terra é fredda, il marmo,
Le ceneri calde,
La felicità é lontano,
Chiusa nell’incoscienza
Della gente,
I pensieri si ubriacano,
Vorrei ritornare vergine
Dalla morte, incosciente anch’io,
E felice, senza ricordi, senza domande
Amelia De Simone – settembre 2015
Io custodisco
E pure tu,
I silenzi, l’attesa,
I dolori, la brama,
Le febbri, le solitudini,
I codici, i baci,
Nel tabernacolo sacro,
Lo stiamo colmando,
É oltre ogni misura,
Ogni comprensione
Di occhi estranei,
Officiamo sacerdozio
Ed esercizio spirituale,
Io custodisco e pure tu
Amelia De Simone – settembre 2015
E questo tempo in cui sei via,
É un tempo senza contorni,
Odori e gorgoglii,
é fisso, non increspa nessun mare,
Rimane muto, senza ragione,
E quando poi torni,
Il tempo diventa pieno e ricco,
Saporito di te,
La bocca piena di sorriso,
Quasi stolta, per contenere
Tanta grazia nel petto
Amelia De Simone – settembre 2014
La notte porta silenzio e buio,
Si posa densa sulle spalle e
Ti rende di molle sonno,
La notte é fatta di piccole assenze,
Il sole é altrove, le mani forti
E il cuore dei leoni dispersi nella luce,
Ora solo silenzio e buio,
Quiete bruna,
Si scivola calmi nell’abbandono,
La vita si ferma, resta nelle pieghe
Degli occhi e delle lenzuola,
Un pensiero debole d’amore,
Poi diventa limbo,
Membra abbandonate e stanche,
La notte é una piccola fuga
Amelia De Simone – agosto 2015
L’attesa mi fa impilare parole,
Sogni e fatti,
Mi ricordo del futuro,
Mi rammento di cose che accadranno,
Io piango un po’, perché i sorrisi
Mi premono e mi fanno male,
Ho bisogno di spurgare
Il petto troppo pieno,
Io sono felice e piango,
E tu mi guardi un po’ stupido,
Ti pare troppo, ti pare di non meritare
queste corde tese nell’animo mio,
Guardami pure e aspetta che calmi
Questo mare in tempesta
E mi renda soffice, un corpo senza tormenti,
E la testa serena, piena di fiducia
Amelia De Simone – agosto 2015
Il cuore, meravigliosa creatura,
Sì rattrapisce, sanguina,
Si riduce a brandelli
O prugna secca,
Si ferma per sempre,
Tranne poi ripartire,
C’è un po’ di cicoria dentro
Per tutti gli amori finiti,
Per le carezze di madri mai avute,
Per i figli mai nati,
E un po’ di sangue nero
Per chi non respira più,
Per chi, dispettoso, dorme per sempre,
Ma c’è anche una nuvola di cotone,
Un po’ di passi lievi, e sorrisi,
Per gli occhi che attraversano i tuoi,
E la bocca che trova la tua,
Il cuore, a volte, sai
Amelia De Simone – agosto 2015
Stare in silenzio,
Accoglierti nel pieno di parole solamente pensate,
Ricordarti nei tuoi sguardi,
Nei tuoi sorrisi stretti,
Nella mani generose,
La tua tavola sempre affollata,
I vini pregiati e le pietanze golose,
Gli affetti sempre accanto,
Quel sarcasmo così tuo,
Garbato, misurato,
Mai un lamento, mai uno sconforto,
Un uomo che disegna la vita,
L’uomo delle risposte,
Questo eri, sei, sarai sempre
Amelia De Simone – agosto 2015
Quando respiri la sua aria dalle sue narici,
E la bocca tua sa della sua,
Quando il petto suo ha stampato il tuo,
Solo allora, che sei così vicina,
Puoi capire come é lontano
Il suo vero pensiero,
Allora sai che é solo illusione
La vicinanza, l’aderenza,
Solo utopie per non abbandonarsi
All’idea dell’impossibile comunione
Amelia De Simone – luglio 2015