“Lo sai che tu, pur essendo precisa, puntuale, non metti mai il puntino finale?”
Questa è la frase che il curatore delle mie raccolte, Luca Rubin, mi ha rivolto appena ieri e io lo prendo come spunto per descrivere me e la mia poesia.
Sono la poetessa senza punto alla fine della poesia, perché la poesia non deve avere mai fine, non posso fermarla, ingabbiarla, mi soffoca l’idea.
Sono tante le regole a cui devo sottostare, perché stare nella società lo impone persino a un recalcitrante senzatetto, figuriamoci a me, che per vivere sono sommersa da scartoffie. Ma nel mio piccolo mondo poetico le rompo, eccome, le regole, le rompo, le scompongo, le infrango e le disarticolo, senza un particolare studio, così, d’istinto.
E potranno risultare belle o brutte, ma sono poesie di pancia, sono la mia zattera, mi salvano dal cinismo, dalle brutture, dagli animi tristi che vogliono traghettarmi nel loro mondo desolato.
Io sono la poetessa senza punto finale: nessuna gabbia, solo sogni lirici.
Spero di trasferire un po’ di bene, anche ai miei lettori
Amelia De Simone – 27 aprile 2015