Sono fortemente indebitata. Devo restituire tanto, tantissimo.
Il mio creditore é un signore un po’ snob, se ne sta ai piani alti, anzi altissimi.
Io sono abituata a bussare alla sua porta quando ho bisogno, e succede spesso, ma solo quando ho grattato il fondo del barile, e lui tutte le volte mi apre: non mi sorride, mi guarda un po’ indagatore, non fiata una sola parola, annuisce, gli occhi buoni, i capelli bianchi, sciolti sulle spalle, un vecchio signore eccentrico, ascolta le mie esose richieste e poi tira fuori dalle sue borse quanto mi occorre.
Lo ammetto, io approfitto di tanta bontà, non so nemmeno perché questo signore mi dia tanto credito, ma finché ce n’è, io prendo, non mi faccio mica prendere dai sensi di colpa.
Devo dire che ogni tanto mi arrabbio con lui, perché continuo ad accumulare debiti, vorrei che lui non continuasse a versare, che mi scacciasse dalla sua casa, magari risentito, accigliato, urlante e minaccioso.
Invece mi accoglie a braccia aperte, quegli occhi così grandi, liquidi come il mare, ci si perde dentro. Io vorrei che ogni tanto Dio pretendesse da me atti di fede, ma lui crede in me, e tanto basta. Lui dà, io prendo.
Amelia De Simone – agosto 2015