La madre

La madre e il piccolo tiranno I capelli neri, setosi, freschi di acque e oli,
Nascosti agli sguardi ingordi
Da stoffe pudiche
La donna portava a spasso innocenza e fianchi e seni
E un bambino per mano
Consumato nelle nari
Dai fuochi della gelosia
Gli uomini ardevano al suo passaggio il sussulto del petto
Li ammansiva e rendeva folli
L’insenatura offerta agli occhi mariuoli
La creatura ricciuta, lapilli sotto le ciglia
I furori per la madre sua
S’immaginava questi dolorosi guizzi d’occhi
E s’arrostiva il cuore
La femmina sacra
Senza colpe e cupidigie
Avanzava serena
E sorrideva al broncio
Della creatura assillata e morbosa.

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